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“Una vita al kebab”: un racconto di integrazione e solidarietà a Como
L’idea di Una vita al kebab è nata nell’estate del 2016, davanti alla stazione San Giovanni di Como: centinaia di migranti si erano accampati in attesa di proseguire il loro viaggio verso il Nord Europa. La polizia di confine svizzera continuava a respingerli e i comaschi li hanno aiutati fornendo tende, vestiti e generi alimentari. La mia scuola (Collegio Gallio di Como, ndr) mise a disposizione gli spogliatoi e le docce della palestra. Scoprii che quella Como così provinciale, che di chiuso ha persino gli accenti, nascondeva un’anima solidale che meritava di essere raccontata. Così iniziai a fare domande ad assistenti sociali, volontari, preti, ai migranti stessi… finché finalmente permisero loro di ripartire. Continuai la mia ricerca con gli immigrati che conoscevo meglio: i kebabbari. Ricordo ancora quando incontrai il primo: Murat. Non potevo immaginare che anni dopo avrebbe ispirato il personaggio di Azim, [...]
Aprile, dolce dormire… ah no!
Aprile, aprile, dolce dormire... Ah no, non direi proprio! Nonostante le molteplici festività e le fugaci pause vacanziere, il mese appena trascorso si è rivelato vivace e ricco di idee. Ecco il diario di bordo di aprile di Ares! Novità Ares A dispetto delle tante festività e giornate di ferie di cui aprile ci ha deliziati, siamo stati molto attivi questo mese. In libreria infatti potete trovare queste novità: Il beato Faà di Bruno, Vittorio Messori Con la stessa voce, Carlo Bortolozzo Al mio posto, Elisabetta Buscarini La guerra tra Russia e Ucraina, Alberto Leoni Rupert Brooke. Lo splendore delle ombre, Paola Tonussi Quello che ci resta, Anna Benvenuti Altro che aprile dolce dormire... Quello di Ares è un diario fitto fitto di eventi Per alcune di queste novità sono fiorite una serie di belle iniziative. La readalong di Quello che ci resta con [...]
I più venduti
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Rivista Studi Cattolici
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Quando gli immigrati erano italiani. La mostra al Galata Museo del Mare di Genova
Una gigantesca Statua della Libertà incombe come un’ombra dal ponte di una nave, dove alcuni uomini, sventolando il cappello all’aria al grido di “America!”, salutano la “Libertà che illumina il mondo”. È l’approdo di quei milioni di italiani che tra fine Ottocento e inizio Novecento, dopo un viaggio lungo e massacrante, emigrarono in America: Giovanni Cerri lo ha raccontato in “L’Italia che partiva. Via mare [...]
🔒 Ai confini dell’Europa. Lettera dalla Georgia
Atterrando in un aeroporto della Georgia, il primo impatto è una grande distesa di blu. Le bandiere dell’Unione [...]
Il paese dei ciliegi in fiore. Lettera dal Giappone
È primo pomeriggio quando arrivo nella strada che sale al complesso del tempio del Ginkaku-ji a nord di Kyoto. Il [...]
🔒 L’antropologia della “Laudate Deum”
Prosegue la costruzione in Studi cattolici dei pilastri per un nuovo umanesimo in un mondo che corre verso [...]