Una gigantesca Statua della Libertà incombe come un’ombra dal ponte di una nave, dove alcuni uomini, sventolando il cappello all’aria al grido di “America!”, salutano la “Libertà che illumina il mondo”.

È l’approdo di quei milioni di italiani che tra fine Ottocento e inizio Novecento, dopo un viaggio lungo e massacrante, emigrarono in America: Giovanni Cerri lo ha raccontato in “L’Italia che partiva. Via mare verso l’America” in mostra al Galata Museo del Mare di Genova dal 14 marzo al 14 aprile 2024.

1. G. Cerri, L'America!, 2023, t.m. su tela, cm. 85x140

1. G. Cerri, L’America!, 2023, t.m. su tela, cm. 85×140

«Ho cercato, in una ventina di immagini, di restituire una sensazione di quei nostri “nonni e bisnonni” dei quali forse siamo tutti un po’ discendenti», racconta Cerri. È una mostra nata come «“omaggio” ai tanti nostri connazionali, che nei vari cicli di migrazione hanno cercato prospettive di vita al di fuori dei confini italiani». Uomini, donne e bambini in fuga da un paese che li ha cresciuti come poveri, semianalfabeti, destinati a un futuro di miseria e indigenza, ma che non è riuscito a togliere loro la speranza.

In viaggio per un ideale

Cerri dipinge un’umanità in fila, che tiene stretti a sé bagagli e desideri, che con cauti movimenti sale su una passerella, instabile come l’avvenire, e a bordo di un’imponente nave attraversa il mare per giungere infine alla “terra promessa”. La Libertà è il simbolo di questa terra: una divinità avvolta in una lunga toga drappeggiata e incoronata da sette raggi, i sette mari e i sette continenti sui quali libertà troneggia, con sguardo austero eleva fieramente una fiaccola al cielo, suo lume perpetuo, con ai piedi le catene che è riuscita a spezzare.

2.G. Cerri, Arrivi e partenze, 2023, t.m su tela, cm. 100x94

2. G. Cerri, Arrivi e partenze, 2023, t.m su tela, cm. 100×94

3.G. Cerri, L'arrivo, 2023, t.m. su tavola, cm. 30x40

3. G. Cerri, L’arrivo, 2023, t.m. su tavola, cm. 30×40

4.G. Cerri, La visita, 2023, t.m. su tavola, cm. 30x40

4. G. Cerri, La visita, 2023, t.m. su tavola, cm. 30×40

Il percorso in cui Cerri ha condotto il visitatore si conclude qui, con lo sbarco, le visite mediche, il ricordo di quello che si è stati e l’interrogativo su chi si sarà. «A me ha interessato soprattutto quel viaggio a noi così lontano, di una durata estenuante, di gente povera, umile; quella gente che parlava i dialetti, le tante “lingue” della nostra Italia unita sulla carta, ma ancora legatissima alle tradizioni locali, regionali, ai linguaggi e ai costumi che avevano profonde radici».

La memoria

L’artista parla di un’Italia in “bianco e nero”, non c’è caratterizzazione dei volti, perché ogni persona ritratta è stata un nostro simbolico parente; il grigio è predominante: «La mostra è stata pensata interamente in bianco e nero, come modo di riportare visivamente il significato di memoria, documento storico di una vicenda», fatta eccezione per un quadro: «L’ho intitolato Il viaggio, fatto di macchie di colore, colature, linee casuali; rappresenta forse l’incertezza, il non definito, l’ignoto e l’imponderabile di quel che può succedere in una grande avventura di vita».

5.G. Cerri, Il viaggio, 2023, t.m. su tela, cm. 150x250

5. G. Cerri, Il viaggio, 2023, t.m. su tela, cm. 150×250

Sarà stata vera libertà quella che hanno incontrato gli immigrati italiani? Nel nuovo continente crearono tante comunità, le varie Little Italy che oggi animano le città americane, hanno esportato le nostre tradizioni, quella culinaria in primis, ma lungo il tragitto via mare si sono irrimediabilmente persi quei piccoli costumi locali che per secoli hanno caratterizzato l’Italia, come la grandissima varietà linguistica dialettale su cui Cerri si è precedentemente soffermato.

Simbolicamente è stata Genova a ospitare l’esposizione: il suo porto è stato uno dei punti di partenza privilegiati, così come San Francisco la principale meta di approdo e, per questo, il Museo Italo Americano è stato partner del progetto. La mostra è stata curata dalla storica dell’arte Barbara Vincenzi, mentre il catalogo contiene testi del giornalista e scrittore Matteo Collura.

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Giovanni Cerri, Inspection card, 2023, t.m su tela, cm. 40×60