Le tappe più importanti della vita, dalla nascita all’arrivo tra i banchi di scuola, raccontate da un bambino a suo padre: questo fa “Ti ricordi, papà?”, il più recente libro di Marco Balzano, autore milanese prolifico e sempre qualitativamente soddisfacente, sia che si tratti di romanzi – si ricordino i più noti, L’ultimo arrivato e Resto qui – o di saggi come il recente Le parole sono importanti o ancora di raccolte poetiche come Nature umane edita nel 2022 per Einaudi, e ora in libreria con un libro per bambini – e per papà – che invita a leggere con i figli, per i figli, ripercorrendo proprio la relazione con loro.
Leggere è affar serio, e lo è anche farlo con i propri figli, così come è cosa seria disegnare e giocare con loro, esserci in una parola, vale a dire cercare di costruire una vita a misura di genitorialità che consenta di vivere la quotidianità dei piccoli di casa, che ogni giorno crescono un po’ e che sono sempre diversi dal giorno prima, senza lasciarsi scappare i momenti più belli del proprio presente travolti da frenesia, impegni di lavoro e urgenze da adulti che alla prova dei fatti si rivelano false priorità. E poi è altrettanto prezioso fare memoria di quel che si vive, provando a tenersi per sempre impressi nella mente quell’immagine, quel sorriso, quella lacrima, quell’abbraccio sudato, quella vittoria, quella sconfitta.

Balzano è padre di due bimbi in età scolare, per cui è nel mezzo delle scoperte e ha appena assaporato alcune tappe indimenticabili della paternità, come il primo giorno di scuola, l’emozione di togliere le rotelle alla bicicletta, o ancora giocare insieme tenendosi stretti, e proprio di questo racconta dando voce al punto di vista del figlio che ricorda alcuni di questi momenti al suo papà, con uno sguardo puro e diretto, «un modo fanciullesco che si chiama profondo», per dirla con Giovanni Pascoli. È un libro che invita a ricordare, a scavare, ad andare in profondità grazie alla memoria di situazioni comuni a molti e che hanno la forza di dare il senso alle cose e sapore alla vita.
Questo libriccino illustrato non è da considerare per bambini in senso stretto, anzi il testo è ideale per la lettura ad alta voce di padri che leggono ai bambini al loro fianco sul divano, sulle sedie della cucina, al bordo del letto, in un prato in una domenica pomeriggio.
L’edizione presenta un testo breve e ricco di illustrazioni, a cura di Riccardo Guasco, che accompagnano ogni pagina e sono anch’esse parte integrante della narrazione. Il testo piace ai bambini, perché ripercorre le tappe di crescita di ognuno e consente di fermare spesso la lettura per dialogare e ricordare, ma l’effetto più dirompente è senza dubbio riservato ai papà. Leggere Ti ricordi, papà? senza commuoversi è fuori discussione, perché il narratore bambino, facendo esercizio di memoria di alcuni eventi salienti della sua vita, mette in luce il ruolo del padre, ricordando con affetto e ingenuità il lato eroico che ogni padre ricopre nell’immaginario del proprio figlio, o smascherando alcune paure simulate per gioco, o ancora ricordando una nostalgia soffocata nella gola di entrambi, facendo riapparire a ognuno immagini troppo spesso salvate nei telefonini e mai più riassaporate. Merito di questo libro è proprio dare sapore alla memoria, ricostruire la propria vita insieme dando spazio ai ricordi di ciò che si è vissuto, per gettare le basi di un presente da vivere pienamente, per esserci insieme. Continuando come s’è fatto, se è bastato, o cercando di essere più presenti, con il corpo e con la mente, se c’è qualche rimpianto. Per i propri figli e per sè stessi, come padri.