La casa editrice Crocetti, fondata nel 1981 da Nicola Crocetti, da sempre si è caratterizzata per l’attenzione verso la poesia estera e ha fatto conoscere in Italia numerosi grandi poeti e futuri premi Nobel, ma soprattutto autori greci moderni – Nicola Crocetti è per parte materna di origini greche – e svariati classici. Tra i contemporanei ricordiamo il poeta greco Odysseas Elytīs, premio Nobel per la letteratura nel 1979 e Derek Walcott, premio Nobel per la letteratura nel 1982.
Questa attività è stata avvalorata dalla rivista Poesia fondata nel 1988 dallo stesso Nicola Crocetti, mentre nel 2020 la casa editrice è entrata a far parte del Gruppo Feltrinelli pubblicando, negli ultimi anni, numerose antologie di poesia con un occhio anche al grande pubblico, e non solo agli appassionati e agli addetti ai lavori.

Tra le numerose antologie, alcune curate anche da personaggi del mondo della musica o dello spettacolo, spicca Versi a Dio. Antologia della poesia religiosa, a cura di Davide Brullo, Antonio Spadaro e Nicola Crocetti, impreziosita anche da una Lettera ai poeti di papa Francesco (Milano 2024, pp. 336, € 30). In Italia, il genere religioso è stato spesso trattato dall’editoria con numerose antologie e raccolte, ma la peculiarità di questo testo è la divisione per varie religioni con la presenza anche di poesie dei primordi. Oltre a queste sezioni vi sono: Egitto, Mesopotamia, induismo, precolombiani, Grecia e Roma, buddismo, taoismo, religione cinese e confucianesimo, shintoismo, ebraismo, gnosticismo, cristianesimo, islam. Si tratta, come si può evincere dall’indice, della raccolta più esaustiva sino a qui pubblicata in questo ambito. Come sottolinea padre Antonio Spadaro:
La religione è una nuova dimensione dell’esperienza umana e ha sempre bisogno di parole che esercitano questa capacità di ascolto e “raccoglimento”. Il linguaggio poetico-letterario ha il compito di far ritirare l’uomo dal chiasso perché rientri in sé stesso, non alienandosi dal mondo.
In questa frase c’è tutto il senso di questa opera che non vuole essere certo un’operazione critica o di esegesi, ma trasporta il lettore nelle varie epoche e nelle varie religioni sia con testi sacri come la Bibbia o la Bhagavadgītā, ma anche con numerosi poeti che fin dall’antichità hanno affrontato il tema religioso o si sono accostati al divino.
Impossibile elencare tutti i poeti, ritroviamo però tutti i classici latini e greci, i poeti medievali, occidentali, orientali e anche tanti autori del Novecento sia cristiani che ebrei e musulmani.
Quest’opera vede la presenza anche di grandi traduttori come Angelo Tonelli per Saffo, Alessandro Fo per l’Eneide o Gian Ruggero Manzoni per la Genesi, Massimo Bontempelli per l’Ecclesiaste, Guido Ceronetti e Davide Brullo per i Salmi. Non mancano slavisti come Angelo Maria Ripellino, grecisti come Filippo Maria Pontani o anglisti come Roberto Sanesi.
Vi sono i grandi poeti religiosi italiani del Novecento come Mario Luzi, Clemente Rebora, David Maria Turoldo, solo per citarne alcuni. Tra gli altri vi è un poeta un po’ dimenticato come Ferdinando Tartaglia con questi versi straordinari:
Tu Dio non farmi male. E se soffrire
io dovrò ne lo strappo e poi nel tonfo
fammi subito intero risalire
a baciarti nel volto de l’incontro.
Là non sarò più morto. Ma fiorire.
Non possono mancare poetesse come Antonia Pozzi, Ada Negri e Cristina Campo:
Nella carne addormentato…
Dio morto, Dio immortale.
Magistrale discorso
l’altare vuoto e spoglio
al centro di un Cespuglio Ardente
di bocci e braci e
proni volti in fiamme.
Vi sono i classici della poesia francese, tedesca, spagnola, inglese, da Rilke a Pound, passando per Eliot e Pasternak e Anna Achmatova. Non mancano grandi mistici e teologi che hanno scritto in versi, così come grandi poeti islamici ed ebraici anche contemporanei.
Il libro è impreziosito da una bibliografia ampia delle fonti che aiuta il lettore che volesse approfondire e rintracciare le fonti primarie dei testi. Come scritto all’inizio, in una stagione dove fioriscono le antologie sia critiche o presunte tali, che tematiche, Versi a Dio è un’opera interessante sia dal punto di vista tematico che quantitativo che ci riconcilia con la poesia e con la tensione verso il divino visto attraverso tante voci nei millenni e ci trasporta in un excursus sulla storia della poesia di ogni epoca.
Chiudiamo questa breve recensione con le parole di papa Francesco rivolte a tutti i poeti e che dovrebbero essere sempre da monito per chi scrive:
Cari poeti, grazie per il vostro servizio. Continuate a sognare, a inquietarvi, a immaginare parole e visioni che ci aiutino a leggere il mistero della vita umana e orientino le nostre società verso la bellezza e la fraternità universale. Aiutateci ad aprire la nostra immaginazione perché essa superi gli angusti confini dell’io, e si apra alla realtà tutta intera, nella pluralità delle sue sfaccettature: così sarà disponibile ad aprirsi anche al mistero santo di Dio. Andate avanti, senza stancarvi, con creatività e coraggio!