Victoria e Gordon Gillick si sposano nel Giorno di Mezza Estate del 1967. Hanno alle spalle, come molti altri giovani della loro generazione, l’esperienza sconcertante degli anni della contestazione. iIl tedio per l’atmosfera frustrante di quell’«anticonformismo» di massa aveva portato lei a lasciare la scuola d’Arte di Londra e a fuggire a Dublino, per ricominciare tutto da capo; Gordon, invece, si scrolla di dosso un promettente lavoro alla Bbc e sceglie una vita da artista.
Qui comincia la grande avventura di questa famiglia, arricchita da dieci bellissimi figli, che attraversa il drammatico ventennio tra la fine degli Anni Sessanta e i nostri giorni con il suo continuo, amoroso scontro con la vita. Affiorano, così, nel racconto i problemi quotidiani, gli sforzi per mantenere ed educare i figli, le ordinarie nefandezze e il nuovo tragico permissivismo dell’umanesimo «liberal».
E cominciano anche le battaglie civili di Victoria contro l’autorità sanitaria britannica e la contraccezione minorile segreta, strumento nelle mani dello Stato – insieme all’aborto – per una larvata politica di controllo delle nascite.
L’abilità narrativa di Victoria consiste nel saper rappresentare anche la dimensione umoristica del dramma, trasformando i prepotenti, gli ottusi, i prevaricatori, i demagoghi e gli autoritari in buffi pupazzi contemporanei.
Questo libro, che avvince come un romanzo e si sfoglia come un delizioso album di famiglia, è la storia di come una famiglia numerosa possa rivelarsi la più impegnativa ma anche la più entusiasmante delle avventure; e anche, un manuale di sopravvivenza tra gli opprimenti piaceri che il quotidiano benessere ci impone.