Tutto iniziò a Salisburgo nel 1983, quando il ventunenne Thaddaeus Ropac inaugurò la sua prima galleria, che ora ha sede nell’elegante Villa Kast in Mirabellplatz: lo stesso palazzo in cui la Maria di Tutti insieme appassionatamente ha insegnato ai bambini von Trapp a cantare con “Do-Re-Mi”. Ad avvicinare Ropac all’arte contemporanea furono le opere di Joseph Beuys, come lui stesso ha raccontato: le vide per la prima volta all’età di 18 anni al Palais Liechtenstein di Vienna e, di fronte all’installazione Basisraum Nasse Wäsche (1979), il suo insegnante gli disse: «Non guardarla nemmeno, è uno scandalo per le autorità museali spendere soldi per questo».
La lungimiranza di Ropac invece lo portò a conoscere Beuys di persona, convincendolo a esporre per lui alcune opere più modeste; allora Beuys lo presentò a Warhol, che a sua volta lo presentò a Basquiat. E così via per un lungo susseguirsi di artisti (oggi ne rappresenta più di 70 e tra i più famosi al mondo) e di gallerie: dopo Salisburgo, fu la volta di Parigi, poi Londra, Seoul e, adesso, Milano.
Lo spazio espositivo nel capoluogo meneghino ha infatti inaugurato lo scorso 20 settembre, all’interno di Palazzo Belgioioso, sotto la direzione di Elena Bonanno di Linguaglossa. La mostra inaugurale, visibile fino al 21 novembre, L’aurora viene mette in dialogo Georg Baselitz (come già si intuisce dal titolo) e Lucio Fontana, due artisti distanti nel tempo ma uniti da una tensione condivisa verso il superamento della superficie pittorica. Il percorso espositivo è composto da opere scelte personalmente da Baselitz – una scultura monumentale e una serie di ritratti – e alcuni prestiti provenienti della Fondazione Lucio Fontana, rappresentativi dei cicli più celebri dell’artista italo-argentino, come i Concetti spaziali e le Attese.
- G. Baselitz, Aurora viene (2015), olio su tela. 98×88 cm © Georg Baselitz. Courtesy Private collection & Thaddaeus Ropac gallery, London, Paris, Salzburg,·Milan, Seoul
- L. Fontana, “La fine di Dio” (1963-1964), olio, tagli, buchi, pigmenti rosa e graffiti su tela. 17×123 cm © Fondazione Lucio Fontana, Milano, by SIAE 2025. Courtesy Private collection & Thaddaeus Ropac gallery, London, Paris, Salzburg,·Milan, Seoul

