Questa estate, il cartellone della rassegna “Estate al Castello”, promossa e coordinata dal Comune di Milano – Cultura, ha riproposto lo spettacolo Sounds of Legends, la musica da Oscar di Hans Zimmer. Nato su progetto e regia di Marco Rampoldi e prodotto dalla sua RARA Produzione insieme al Teatro Franco Parenti di Milano, questo inverno aveva già conquistato il pubblico, registrando tre giorni di tutto esaurito al Parenti.

Ci sono compositori in grado di instillarci una domanda forse senza risposta ma insistente, mentre le luci del cinema si riaccendono o quando spegniamo la televisione: è la storia ad aver ispirato la colonna sonora o è piuttosto la musica ad aver plasmato quell’universo narrativo? Sono i grandi artisti, come Ennio Morricone e Nino Rota o, volgendo lo sguardo (o l’orecchio) oltreoceano, John Williams e Howard Shore. E Hans Zimmer.

Il 15 luglio, sotto la volta di un bel tramonto, il Cortile delle Armi del Castello Sforzesco si è trasformato in una maestosa cassa armonica, risuonando dell’epicità delle colonne sonore che portano la sua firma.

Due volte premio Oscar (per il Il Re Leone, nel 1995, e per Dune, nel 2022, ma con uno storico di ben 12 candidature), Zimmer è ormai nell’Olimpo dei compositori prestati alla settima arte. Le sue sonorità eclettiche, che danzano su corde classiche, rock, etniche ed elettroniche, hanno rivoluzionato la musica cinematografica, soffiando un vento nuovo e creando una vera e propria corrente nell’alveo delle composizioni per il grande schermo, al tempo stesso alta e popolare: uno stile che riesce a trasformare un’opera in un fenomeno di massa, aprendo le porte dei templi dell’arte per accogliere tutti. Complici naturalmente anche i celebri film per i quali Hans Zimmer ha curato le colonne sonore, un circolo virtuoso grazie a cui tutti oggi conosciamo la sua musica, anche senza saperlo: da un kolossal come Il gladiatore ai capolavori di Christopher Nolan, passando per la grande animazione DreamWorks. Secondo Zimmer infatti «Esiste un potere che il cinema e la musica possiedono, quello di esortarti a guardare il tuo prossimo con un po’ più di rispetto, e alle altre culture in un modo più inclusivo».

Sul palco, venti giovani musicisti, formatisi nelle più prestigiose accademie nazionali, sono stati diretti da eccellenze dello spettacolo e della musica italiani: il regista Marco Rampoldi, che da oltre trent’anni porta sui palcoscenici spettacoli di grandissimo successo muovendosi tra prosa, comicità e musica; il direttore musicale Diego Maggi, nel cui percorso si alternano produzioni di grande successo, eventi internazionali e la pluriennale collaborazione con Elio e le Storie Tese; Gianluca Sambataro, direttore di cori (in particolare gospel) con un’esperienza unica in Italia; e gli ingegneri del suono Andrea Pellegrini e Marco Gorini, richiestissimi in tutta Europa.

Grazie a questo incontro di maestranze artistiche, RARA Produzione (di cui avevamo già raccontato nel numero di giugno un’altra perla, Muse 1984 – Resistance) è riuscita nell’impresa di rievocare magnificamente partiture che durante le performance live del compositore vengono eseguite da orchestre di oltre settanta elementi. E senza risparmiarsi, osando avventurarsi in brani meno “battuti” e di straordinaria complessità ed esibendosi in assoli e “drum battles” vertiginose.

Un concerto che diviene uno spettacolo immersivo, anche grazie alla proiezione, sullo sfondo, di sequenze tratte dai film evocati dalle colonne sonore e alla trama di luci, che accendono il palco di colori che richiamano la fotografia delle pellicole citate, fino a trasformare un tamburo in una luminosa luna piena durante l’esecuzione di Interstellar.

Ed ecco che la musica ci conduce in un viaggio tra le geografie delle storie, disegnando mondi. E, d’un tratto, ci sembra di accarezzare il grano dei Campi Elisi del Gladiatore, guardare dall’alto della Rupe dei Re la savana bruciata dal sole del Re Leone, cavalcare per le praterie selvagge del vecchio West di Spirit, solcare le rotte leggendarie dei Pirati dei Caraibi e vagare per i labirinti del sogno di Inception, lo spazio visionario di Interstellar e i deserti siderali di Dune.