Questa sera, mercoledì 28 dicembre, si è spento a Milano, dopo lunga malattia accolta con grande spirito cristiano, Cesare Cavalleri (Treviglio, 13 novembre 1936) storico direttore di “Studi cattolici” e delle Edizioni Ares e personalità di spicco nel panorama culturale italiano.

La camera ardente verrà allestita nella giornata di giovedì 29 dicembre dalle ore 10.00 alle ore 18.00 presso la Casa del Commiato, Via Antonio Gramsci 93 – Cormano – Milano. I funerali si terranno venerdì 30 dicembre alle ore 11 (orario da confermare) presso la Basilica di Sant’Ambrogio a Milano.

Dopo aver frequentato i Salesiani e l’Istituto tecnico commerciale di Treviglio, Cavalleri iniziò a lavorare presso la Banca Nazionale del Lavoro di Milano (1955-1959). Si iscrisse ai corsi serali di Economia e si laureò in Cattolica con una tesi sui “Processi stocastici e le loro applicazioni”, in cui studiò, come spesso ricordava, la frequenza del fonema zeta (zz) nei Pensieri di Leopardi.

In quegli anni universitari conobbe l’Opus Dei ed entrò a farvi parte il 23 giugno 1959 scegliendo la via del celibato apostolico come numerario. Conobbe di persona san Josemaría Escrivà, il fondatore dell’Opus Dei, di cui serbò un ricordo indelebile.

Nell’autunno del 1960 Cavalleri si trasferì a Roma per collaborare alla Rui (Residenza Universitaria internazionale) inaugurata l’anno prima. Nel contempo, si diplomò in Sociologia presso l’Istituto Luigi Sturzo. È del 1961 il trasferimento a Verona, dove divenne assistente alla cattedra di Statistica del prof. Luigi Vajani, iniziò quindi a collaborare alla terza pagina dell’Arena e fondò la rivista Fogli, “Rivista di cultura, attualità e di problemi giovanili”; di quell’esperienza, ricordava con un sorriso una polemica con Eugenio Montale a proposito del rapporto tra generazioni.

Nel 1966 prese il timone di Studi cattolici, mensile di “studi e di attualità”: è stata una direzione record durata ininterrottamente sino a oggi, così come la collaborazione al quotidiano Avvenire, su cui scrisse sin dal primo numero (4 dicembre 1968), prima come critico televisivo e poi come osservatore culturale. Nei decenni chiamò alla collaborazione con Studi cattolici personaggi come Joseph Ratzinger, Vittorio Messori, Maria Adelaide Raschini, Vittorio Pomilio, Gianfranco Morra e Eugenio Corti, il cui romanzo Il cavallo rosso (1983) divenne un long seller delle Edizioni Ares, tradotto in diverse lingue e amato dalle generazioni più giovani.

Gli articoli di Cavalleri per Avvenire della rubrica “Persone & parole” sono stati raccolti in quattro volumi antologici delle Edizioni Ares, mentre i contributi della sua critica letteraria sono confluiti nel libro Letture, personalissimo e controcorrente canone del Novecento: Cavalleri è stato un critico letterario libero e severo, fedele alla massima di Rilke: «Bisogna attenersi al difficile» o a quella poundiana «la bellezza è difficile».

Tra gli autori prediletti: Dino Buzzati, Eliot e Quasimodo (di questi tre aveva incorniciato gli autografi in ufficio), Ungaretti (che frequentò nella casa del poeta all’Eur e da cui ebbe in dono Un grido e paesaggi), Campana, Montale (di cui difendeva il Diario postumo), Flaiano, Pound (cui dedicò una collana Ares), Rimbaud, Carrieri, Cardarelli, Pomilio (di cui elogiava il mimetismo linguistico) Caproni (con cui avviò un intenso carteggio sulla ricerca di Dio), Alessandro Spina (considerato un maestro di stile come Cristina Campo e di cui pubblicò Nuove storie di ufficiali e L’oblio), il premio Nobel Saint John Perse. Proprio da un’intervista del 1955 di quest’ultimo trasse una delle espressioni più amate: «Alla domanda sempre riproposta: “Perché scrive?”, la risposta del Poeta sarà sempre la più breve: “Per vivere meglio”». Per vivere meglio è anche il titolo della sua autobiografia in forma di conversazione con Jacopo Guerriero uscita nel 2018 per La Scuola.

Oltre alla letteratura, Cavalleri amava la moda, il Liberty e la musica in ogni sua espressione, con una speciale predilezione per Maria Callas: «Sono monotematico. Adoro Maria Callas, solo la Callas». Nella sua biblioteca si alternavano scaffali dedicati alla Sindone, alla Semiotica e all’Estetica ma anche ai Ching e al Bon Ton.

In gioventù reputò determinante l’incontro con lo scoutismo (1949): ricordava a memoria la legge scout dal primo dei suoi “comandamenti”: “lo scout considera suo onore meritare fiducia”.

In ufficio Cavalleri aveva incorniciato le foto dei suoi incontri con Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, nonché con i successori di san Josemaría alla guida dell’Opus Dei. Tra i libri della Scrittura più amati figuravano Giobbe, Il cantico dei cantici e il Qoelet.

Nei suoi lunghi anni di direzione Cavalleri ha voluto che le Edizioni Ares si distinguessero per la difesa della vita, dal concepimento fino alla sua naturale conclusione, e per la promozione di un’autentica cultura cattolica, che ponesse la sua attività al di sopra delle contrapposizioni tra modernisti e tradizionalisti, tra conciliari e anticonciliari. Nel 2004 fu insignito del Premio Internazionale al merito della Cultura Cattolica e nella Motivazione il suo impegno venne paragonato al pater familias evangelico che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche: «La cultura cattolica di Cavalleri non si è mai posta al rimorchio della modernità, ma ha saputo coglierne le attese e i fermenti per condurla alla riscoperta di una dimensione di verità e di speranza».

Con l’avanzare della malattia avviò una ristrutturazione organizzativa e gestionale della Casa editrice, con l’inserimento di nuove figure manageriali e di diversi giovani, uno sviluppo iniziato dal passaggio dalla sede storica di via Stradivari alla nuova di via Santa Croce, nel cuore di Milano, (significativamente affacciata sul parco “Giovanni Paolo II”) e con l’apertura di nuove collane editoriali, dalla narrativa alle vite dei santi, dai Classici di spiritualità al teatro.

Da sempre interessato alle nuove forme di comunicazione, non mancava di intervenire sui Social e il 13 di ogni mese, il giorno del suo compleanno, dava appuntamento ai lettori della sua pagina Facebook per una “lezione di poesia”. Le sue ultime lezioni sono state dedicate a Pavese e Ungaretti.

Nel 2019 in Sintomi di un contesto (Mimesi) aveva raccolto le sue poesie giovanili, che si concludevano con questo “Congedo”: «Se me ne sono andato, me ne vado, / è perché non ho mai smesso / neppure per un momento di amarti».

Tra i suoi lavori più recenti, la curatela della nuova edizione del Fumo del tempio di Eugenio Corti (Ares 2022) e l’Invito alla lettura del volume Per Salvatore Quasimodo (Ares 2022).

Cesare Cavalleri aveva preso congedo dai suoi lettori con una toccante lettera a Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, cui sono seguite due lunghe interviste in cui aveva parlato della fede con cui stava vivendo la malattia, la prima con Antonio Gnoli per “Robinson” di Repubblica, la seconda con Francesco Ognibene, ancora per Avvenire.

Per Cavalleri Cammino, il più celebre testo di san Josemaría, fu un riferimento costante: “un libro veramente indispensabile… Esprime un’energia così forte che aiuta la conversazione con Dio, e quindi la conversione”. Forse non c’è miglior compendio della vita di Cavalleri che l’incipit di Cammino: “Che la tua vita non sia una vita sterile. – Sii utile. – Lascia traccia. – Illumina con la fiamma della tua fede e del tuo amore…”.

 

I libri di Cesare Cavalleri

Persone & parole/1, Edizioni Ares, Milano 1989

Persone & parole/2, Edizioni Ares, Milano 1996

Letture 1967-1997, Edizioni Ares, Milano 1998

Persone & parole/3, Edizioni Ares, Milano 2003

Editoriali – Con la storia dei primi 50 anni di Studi Cattolici, Edizioni Ares, Milano 2006.

Persone & parole/4, Edizioni Ares, Milano 2008.

Per vivere meglio – Cattolicesimo, cultura, editoria, Intervista a cura di J. Guerriero, Editrice La Scuola, Brescia 2018

– Sintomi di un contesto, (poesie) Mimesis, Milano 2019.

– A. Cavallina, C. Cavalleri, Il terrorista & il professore, Edizioni Ares, Milano 2021.

 

Libro intervista

Alvaro del Portillo, Intervista sul Fondatore dell’Opus Dei, a cura di C. Cavalleri, Edizioni Ares, Milano 2014.

 

Traduzioni

José Miguel Ibáñez Langlois, Il libro della Passione, Ares, Milano 2011.

 

Alcuni riconoscimenti

– Nel 2004 Premio Internazionale Medaglia d’Oro al merito della Cultura Cattolica.

– Nel 2006 Ambrogino d’oro del Comune di Milano.

– Nel 2018 Premio “Capri San Michele” per l’opera Per vivere meglio.

– Nel 2021 Premio “Montale fuori di casa” e la benemerenza civica della città di Treviglio “San Martino d’oro”

– Nel 2022 Premio “Rosa Camuna” della Regione Lombardia.