Durante il mio viaggio alla scoperta delle librerie più affascinanti del mondo, ho trovato delle case lontano da casa con arredi molto particolari nel bel mezzo del deserto, integrate in una moschea millenaria o in villaggi rurali lontani dalle grandi città. Non perdo tempo e vi porto con me in queste librerie che ci ricordano come la passione per i libri non conosca confini.
Librería del Desierto, Atacama, Cile

Nel cuore dell’arido deserto di Atacama, tra dune di sabbia e sconfinati cieli stellati, si trova una delle librerie più insolite del mondo: la Librería del Desierto.

Siamo in Cile, in una terra dalle geografie estreme: dai ghiacciai della Patagonia ai deserti del nord. Il deserto di Atacama, in particolare, è noto per essere uno dei luoghi più asciutti del pianeta, con zone che non hanno registrato pioggia per secoli, diventando uno dei luoghi di interesse primari per l’astronomia grazie ai cieli limpidi e privi di inquinamento luminoso.

In questo contesto la Librería del Desierto si inserisce come un rifugio per la mente, dove la lettura si intreccia con l’osservazione del cielo e la cultura delle popolazioni andine.

Si trova a 6 km dalla cittadina di San Pedro de Atacama situata a 2400 metri di altitudine, base da cui partire per esplorare la Valle della Luna e le altre meraviglie del deserto di Atacama, come i Geyser del Tatio e la più grande pianura salata del Paese.

Qui María José Ferrada ha fondato la sua oasi letteraria. Non solo libreria: anche casa editrice (Ediciones del Desierto) con pubblicazioni inedite e riedizioni di valore patrimoniale relative al deserto di Atacama, ai suoi abitanti e alla sua cultura; libri legati alla letteratura latino-americana e alla connessione tra uomo e natura, con una selezione di testi su astronomia, ecologia e culture indigene locali. Un esempio: Bajo la noche de Atacama di Rodrigo Zúñiga, una raccolta mitologica illustrata di una serie di costellazioni create proprio dai popoli del Sud America. Chiunque scelga la Librería del Desierto come tappa del suo viaggio in questo particolare paesaggio, verrà accolto con tè, caffè o acqua, proprio come se foste arrivati a casa.

libreria nel deserto di Atacama in Cile

La Librería del Desierto e la sua notte stellata

Monkey’s Paw e la sua Biblio-Mat, Toronto, Canada

Nell’opposto emisfero del continente americano, accanto alla Biblioteca pubblica di Toronto, ecco la Monkey’s Paw, un «negozio di antiquariato specializzato in libri non comuni e manufatti di carta dell’età della stampa». Se con la Librería del Desierto avevamo fatto un viaggio nello spazio, la Monkey’s Paw canadese ci permette invece un viaggio nel tempo, e più precisamente in un passato che farà felici i collezionisti. Alla Monkey’s Paw, infatti, tra uno scaffale nero e uno in legno di noce, è comparso un pezzo d’arredamento eccentrico color azzurro Tiffany, con un’estetica aliena rispetto all’atmosfera della libreria. Ricorda molto un distributore di merendine degli anni ’50, con la fessura per le monetine e uno sportellino metallico da cui, invece di biscotti e bottigliette di tè, fuoriescono… libri. È il Biblio-Mat, il primo «distributore automatico a gettoni che dispensa vecchi libri selezionati a caso», ma pre-selezionati con attenzione dal libraio. Con un gettone di soli 5 dollari, anche andare in libreria diventa una caccia al tesoro. Il Biblio-Mat è stato progettato e costruito appositamente per la Monkey’s Paw da Craig Small nel 2012, anno da cui sorprende ogni giorno i lettori in visita proponendo titoli che altrimenti, forse, non si sarebbero scelti.

Se cercate progetti “inusuali”, come riporta una scritta sullo sportello del Biblio-Mat, o «notizie dal passato», allora impostate il navigatore fino a 1067 Bloor Street W, Toronto.

distributore automatico di libri Biblio-Mat nella libreria Monkey’s Paw a Toronto

Il distributore automatico di libri Biblio-mat nella libreria Monkey’s Paw di Toronto

Bibliothèque Karaouine, Fès, Marocco

Per le vie di Toronto passeggia anche Aziza Chaouni, architetto marocchino e professoressa all’università canadese e a cui, sempre nel 2012, viene affidato un importante progetto di ristrutturazione dal Ministero della Cultura del Marocco: la Biblioteca di al-Qarawiyyin.

Si narra che la Biblioteca di al-Qarawiyyin sia la biblioteca più antica del mondo, fondata nell’800 d.C. da Fatima al-Fihriya, figlia di un noto mercante dell’epoca che alla sua morte lasciò alle due figlie un ingente patrimonio. Grazie alla loro cultura, Fatima e la sorella decisero di investire il denaro nella costruzione di una moschea con scuola annessa: l’attuale Università al-Qarawiyyin. In breve tempo, l’università divenne un polo molto frequentato, con corsi gratuiti per gli studenti perché finanziati dalla stessa Fatima. Accanto alla moschea e all’università, Fatima fece costruire anche la biblioteca che oggi contiene 4000 manoscritti risalenti anche al XII secolo a.C. e una copia del Corano del IX secolo d.C. scritto su pelle di cammello.

È una storia tutta al femminile quella della Biblioteca di al-Qarawiyyin: fondata da Fatima e riportata alla luce da Aziza che non solo la rese accessibile agli studenti, ma anche all’intera città. «Spero che la gente di Fès usi lo spazio come una seconda casa», afferma in un articolo sul “The Guardian” del 2016. Una protagonista indiscussa per la nostra rubrica.

A novembre 2024 il Marocco è stato ospite d’onore alla Fiera Internazionale del Libro di Sharjah, negli Emirati Arabi Uniti. Per l’occasione il padiglione “House of Wisdom” ha presentato una replica della Biblioteca di al-Qarawiyyin che mostra come questo luogo di conoscenza sia un patrimonio fondamentale della cultura marocchina.

Binhai Library, Jiangsu, Cina

Un altro salto temporale e geografico: da una libreria d’antiquariato e dalla biblioteca più antica del mondo, ci teletrasportiamo all’altra estremità della linea. La Biblioteca di Tianjin Binhai è stata costruita in soli tre anni, dal 2014 al 2017, con un progetto dello studio di architettura olandese MVRDV basato su tecniche di visualizzazione avanzata, che rendono questa biblioteca cinese un prodotto di fantascienza.

Al centro dello spazio di 33.700 metri quadrati su cinque livelli, una sfera luminosa chiamata “The Eye”, l’occhio, osserva l’area circostante dove delle bianche librerie a terrazza dalle forme sinuose creano l’illusione di un luogo senza confini, che sembra avere la capacità di “respirare” o di andare e venire come una risacca marittima. La dinamica dell’edificio è ripresa anche sul soffitto fino a un’apertura che sovrasta l’auditorium collocato all’interno del grande “occhio” centrale che ha reso celebre la biblioteca con il soprannome di “The Eye of Binhai”. Il gioco di luci LED nascoste lungo gli scaffali accentuano la continuità delle curve e danno l’impressione che l’intera struttura fluttui nello spazio. Durante la notte, l’illuminazione assume toni caldi e dorati, trasformando la biblioteca in una sorta di lanterna luminosa visibile dall’esterno attraverso la facciata trasparente. L’aggiunta delle animazioni 3D crea un’altra illusione ottica: a lunga distanza sembra che ogni scaffale sia pieno di libri, mentre quelli irraggiungibili in altezza sono in realtà pannelli decorativi retroilluminati.

Questo spazio futuristico è pensato per essere un centro di aggregazione culturale e ospita al suo interno anche strutture educative, sale di lettura, uffici e due patii sul tetto.

interno libreria Binhai Library Cina

Interno libreria Binhai Library Cina e il grande “The Eye” al centro

Torup Bogby, Hundested, Danimarca

Vi avevo già accennato in un altro articolo sul numero 763 di “Studi cattolici” dell’esistenza della città letteraria portoghese Òbidos, dove molte attività (ortofrutta, fiorista, museo) sono state riconvertite in librerie particolari. Nel mondo esistono altre booktown su questa scia: ne è un esempio Torup, un villaggio rurale di 300 abitanti a 60 km da Copenhagen, dove la libreria più piccola e distintiva si trova scavata nel muro di pietra all’ingresso di una fattoria. E in egual modo altri libri trovano la loro casa in un garage, in una baracca da operaio, in una stalla in disuso, in una stazione ferroviaria restaurata. A Torup i libri circolano grazie a un progetto sociale che permettere la cooperazione fra gli abitanti. I volumi di seconda mano, donati gratuitamente, vengono rivenduti in questi angoli caratteristici e i ricavi sono devoluti alla Torup Book Town Association, associazione che cura l’iniziativa e organizza un Festival Nordico del Libro, oltre a conferenze, letture e un festival cinematografico per cortometraggi.

In norvegese esiste una parola per descrivere il lavoro volontario e collettivo per il bene della comunità locale, come succede a Torup: dugnad. Un progetto inclusivo che ha saputo creare legami anche nelle aree più remote del Paese.