Atmosfere magiche, glaciali o terrificanti; passatempi divertenti ma ingarbugliati. I 5 libri da leggere in inverno che vi consigliamo spaziano da curiose biografie a nebbiose storie in giallo, da serate in compagnia di un buon vino, a risvolti imprevisti in un Commissariato di polizia; dagli inverni russi, agli inverni negli animi (non più tanto) umani.

5 libri da leggere in inverno

Clive Staples Lewis, Paolo Gulisano

La prima immagine che compare nella mia mente è quella di un armadio che si apre su un mondo fantastico, inaspettato e completamente innevato. Mi riferisco a Le cronache di Narnia, celebre serie fantasy di C.S. Lewis. In quest’opera si ritrova molto della fascinazione di Lewis nei confronti della vita, vita che amò appassionatamente, con lo stupore di chi si trova di fronte qualcosa di meraviglioso, unico, divino, come racconta Paolo Gulisano in Clive Staples Lewis. Nella terra delle ombre.

Nebbia mortale, Mario A. Iannaccone

Dalla terra delle ombre, alla terra ricoperta di nebbia. L’autore dell’approfondita biografia di Aldous Huxley. Profeta del “Mondo nuovo”, Mario A. Iannaccone, si cimenta anche nella scrittura di libri gialli. Nebbia mortale è il primo caso del commissario Brigante nella Milano degli anni Sessanta: Brigante è un uomo ordinario ma colto, coraggioso senza essere spericolato, amante della vita di casa, ma anche curioso. È affetto da una malattia lenta ma progressiva che non gli fa mai dimenticare la sua mortalità. Quando scende una nebbia densissima sul Po durante una crociera particolare, iniziano sconcertanti incidenti e difficoltà e, a peggiorare la situazione che pare stregata, due ospiti muoiono all’improvviso…
Sembrerebbe una trama perfetta anche per una serie tv.

Lo schermo dei desideri, Stefania Garassini

Le serie televisive occupano sempre di più il nostro immaginario e sicuramente sono uno dei passatempi preferiti per affrontare l’inverno: perché uscire nel gelo sempre più pungente quando si può vivere mille vite e avventure attraverso i libri e davanti a uno schermo? Stefania Garassini indaga l’effetto che le serie tv hanno sulle persone: attraverso le storie che guardiamo passa una visione del mondo, un’idea di bene e di male, una gerarchia di valori, quindi un’etica, che inevitabilmente ha un impatto sul nostro comportamento, su pensieri, giudizi e decisioni. In qualsiasi ambiente educativo, che si tratti della propria famiglia o della scuola, è sempre più urgente capire quale sia lo sguardo sulla vita, le persone e le relazioni, veicolato dalle serie e conoscere la logica che le orienta. Se vi interessa l’argomento, Lo schermo dei desideri. Come le serie tv cambiano la nostra vita è il libro che fa per voi.

La cena delle verità, Annalisa Consolo

Che dire poi delle serate invernali fra amici, con una serie di giochi in scatola aperti sul tavolo e un bicchiere di vino rosso per rilassarsi con gusto?
Ma se la serata dovesse avere esiti inaspettati con confessioni, menzogne, tradimenti… e squilli di campanello improvvisi?
Quattro coppie, una cucina. Quando il capitano Ferrazza si ritrova davanti la furiosa, scarmigliata e stravolta compagine che il brigadiere Nardone e l’appuntato Lojacono hanno trascinato in commissariato, non ha ancora idea di cosa abbia spinto quelle persone a darsele di santa ragione nel bel mezzo della strada. Dovrà ricostruire l’intera vicenda attraverso le testimonianze dei protagonisti che di volta in volta gli sfileranno davanti, ognuno con la propria versione dei fatti. Perché sappiamo tutti qualcosa l’uno dell’altro… solo che ognuno sa una cosa diversa.
La cena delle verità, Annalisa Consolo

I più non ritornano, Eugenio Corti

Bando alle atmosfere da sogno: c’è chi l’inverno l’ha subito con tutto sé stesso oltre ogni immaginazione. E spesso, non è tornato…
Eugenio Corti sì. È riuscito a sopravvivere alla Campagna di Russia regalandoci una testimonianza imprescindibile: I più non ritornano. Diario di ventotto giorni in una sacca sul fronte russo (inverno 1942-43).

«In questo diario si riflette la fine del Trentacinquesimo corpo d’armata, uno dei tre corpi dell’armata italiana in Russia (Armir), e precisamente quello che fino all’estate di quell’anno 1942 era stato lo Csir, unico corpo d’armata italiano in Russia. Nello stesso ciclo operativo furono distrutti anche gli altri due corpi: il Secondo contemporaneamente al Trentacinquesimo, e l’Alpino un mese più tardi. Con noi italiani vennero travolte le poche forze tedesche tra noi schierate.»

I più non ritornano è la cronaca del ventunenne Eugenio Corti, tenente d’artiglieria, uno dei 4000 italiani (su 30mila) che riuscirono a scampare dalla sacca di Arbusov nella Campagna di Russia (1942-43). Quella di Corti fu in assoluto la prima voce a raccontare l’inferno bianco della tragedia dell’Armir: disseppellito dalla terra in cui il manoscritto era stato sotterrato nel 1943, dopo l’occupazione tedesca, venne pubblicato nel 1947 da Garzanti.

Oggi, 80 anni dopo, I più non ritornano rimane un long seller del catalogo Ares insieme al “fratello maggiore” Il cavallo rosso.