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Codice: | ART473 |
Anno: | 2003 |
Pagine: | 122 |
Questo libro si propone di provare quanto grande sia il debito della cultura occidentale verso gli antichi Egizi e verso gli antichi Mesopotamici anche per quanto concerne le scienze.
Infatti il riconoscimento di tale debito ormai abbastanza diffuso per la cultura in generale, stenta a estendersi alle conoscenze scientifiche in senso stretto. Forse perché siamo abituati a pensare che gli antichi ci abbiano tramandato sì un grande patrimonio culturale di contenuto empirico, pratico, fantastico, religioso, ma non rigorosamente logico. E la scienza esige un metodo conoscitivo cui è necessariamente preposta l’astrazione, riconosciuta come una conquista della speculazione greca e quindi patrimonio della cultura occidentale.
In realtà lo spirito scientifico con la capacità di astrazione non è nato in Grecia. Esisteva già in Egitto e in Mesopotamia. La Grecia lo ha assimilato così come ha ereditato e in parte sistematizzato l’enorme patrimonio conoscitivo accumulato in tremila anni di esperienza. Vale per la medicina, l’astronomia, le discipline matematiche e anche per tutto quanto riguarda il dominio dell’ambiente (tra cui l’addomesticamento dell’acqua, problema principe e sempre attuale della Mezzaluna fertile).
Di fatto l’entità del contributo allo sviluppo materiale e spirituale dell’umanità dato dagli antichi è noto solo agli studiosi e a pochi specialisti. Per cui ingiustamente si considera inesistente ciò che è semplicemente sconosciuto o dimenticato.