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Codice: | ART474 |
Anno: | 2002 |
Pagine: | 90 |
Il titolo del libro vuole indicare la duplice direzione di questo travaglio: quella che riguarda la comunicazione fra gli uomini («Parole») e quella che riguarda la comunicazione tra l’uomo e la divinità («Parola»).
La prima direzione concerne lo sforzo della lingua parlata, del suono, di prendere un «corpo» facendosi segno e scrittura per comunicare a distanza, vincendo lo spazio, e per vincere il tempo, dunque per durare: diventare cultura e storia. Mentre a noi, infatti, sembra immediata e univoca la traduzione del pensiero in parole e delle parole in scrittura, questo processo è il risultato di un impegno millenario.
La seconda direzione riguarda il problema centrale della ricerca filosofica, la struttura stessa del reale, il rapporto tra essere, conoscere e agire. Rapporto che ineludibilmente insiste sul punto cruciale della diversità delle culture occidentale e orientale: infatti, mentre in Occidente, a partire dal «concetto» elaborato dai Greci, la parola attiene al conoscere, nell’antica Mesopotamia, come nell’antico Egitto e nelle religioni del Libro, la parola attiene all’essere.